Ci troviamo a Merritt Island, in Florida, al Kennedy space center, base di lancio della NASA, dove il 16 luglio 1969, partì dalla piattaforma di lancio n.39, il Saturn V – APOLLO 11- che portò gli astronauti Armstrong, Collins e Aldrin sulla superficie lunare.
L’area occupata dal Centro è utilizzata dal governo degli Stati Uniti fin dal 1949, quando il presidente Truman istituì un sito per i test sui missili a lungo raggio. La posizione era ideale perché vicina all’Oceano Atlantico (i test erano diretti in mare) e perché era una delle zone degli USA più vicine all’equatore, in modo da poter sfruttare al meglio la spinta dovuta alla rotazione terrestre.
Quando nel 1958 venne costituita la NASA, il sito venne trasformato nel centro di lancio principale, dopo l’annuncio del presidente Kennedy, dell’inizio del programma lunare nel 1961, il sito si ampliò considerevolmente, da Cape Canaveral fino appunto all’isola di Merritt. La NASA incominciò le acquisizioni del terreno nel 1962, prendendo possesso di 340km² e negoziando con lo stato della Florida acquisti per altri 226 km². Nel giugno 1962, il centro fu rinominato in “Launch Operations Center”, ma immediatamente dopo l’assassinio di John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963, fu a lui dedicato, diventando così, il “John F. Kennedy Space Center”.
Nel 1967 fu costruito il visitor complex, il centro visitatori che ogni anno registra milioni di visite, il record risale al 2016, con 1,7 milioni di persone. La visita si apre con il Rocket Garden, dove si può ammirare un’esposizione all’aperto di razzi storici, tra cui Mercury-Redstone, Mercury-Atlas e Titan II. Il pezzo da 90 del Rocket Garden, è sicuramente il Saturn IB, che ha lanciato nello spazio i moduli di comando/servizio Apollo.

Nel giardino sono presenti anche i modelli di capsule dei programmi Mercury, Gemini e Apollo, si trova in mostra il motore a razzo F-1 del primo stadio del Saturn V ed il più recente Falcon Heavy booster del programma SpaceX.
Proseguendo nella visita, si può raggiungere l’edificio dedicato allo Space Shuttle Atlantis, custodito in una struttura alta come un palazzo di 10 piani, con un estensione di circa 5900 metri quadrati, è ben riconoscibile grazie all’external tank ed i solid rocket boosters posizionati davanti all’ingresso. Il piano da 100 milioni di dollari per portare l’orbiter al KSC risale al 2010 ed il 12 aprile 2011, durante il trentesimo anniversario del lancio della STS-1, la NASA ha annunciato che lo Space Shuttle Atlantis sarebbe stato esposto al pubblico, in modo permanente, dopo il suo ultimo volo durante la STS-135 e la successiva dismissione. La mostra è stata inaugurata ufficialmente il 29 giugno 2013, offrendo una vista a 360 gradi dello shuttle.

Il tour è molto interessante, la visita inizia con un documentario sulla storia del progetto Space Shuttle. Il nome ufficiale era Space Transportation System (STS), tratto da un piano del 1969 per progettare un sistema di navicelle spaziali riutilizzabili, per ridurre i costi delle missioni, in quanto fino a quel momento, i razzi di lancio andavano completamente perduti durante ogni lancio. Il 4 giugno 1974, la Rockwell iniziò la costruzione del primo Orbiter Vehicle di prova, denominato (OV)-101, la navetta non includeva motori e schermature termiche, in seguito il primo modello sarebbe stato chiamato Enterprise. La costruzione fu completata il 17 settembre 1976, e l’Enterprise fu trasferito alla base di Edward per iniziare i test. Il primo di quattro voli di prova orbitali si è verificato nel 1981, con voli operativi a partire dal 1982, sono stati costruiti e utilizzati cinque sistemi completi di Shuttle, per un totale di 135 missioni, dal 1981 al 2011, lanciati dal Kennedy Space Center. Le missioni operative hanno lanciato numerosi satelliti, sonde interplanetarie, il telescopio spaziale Hubble, condotto esperimenti scientifici in orbita ed hanno inoltre partecipato alla costruzione e alla manutenzione della Stazione Spaziale Internazionale ISS. Il tempo totale di missione della flotta “Space Shuttle” è stato di 1322 giorni, 19 ore, 21 minuti e 23 secondi.

Al piano terra si trova la mostra “Forever Remembered” che commemora i 14 astronauti persi negli incidenti dello Space Shuttle Challenger e Columbia, il primo nel 1986 in fase di lancio, mentre il secondo nel 2003 in fase di rientro. Forever Remembered include manufatti personali degli astronauti e due pezzi recuperati degli Shuttle.


Se volete provare l’emozione di un lancio, c’è anche un simulatore, lo Shuttle Launch Experience. L’attrazione mette a disposizione degli ospiti un lancio simulato; verrete imbragati nei sedili e la cabina verrà messa in posizione verticale, come nella realtà, poi il conto alla rovescia ed il lancio!

Dopo l’Atlantis abbiamo proseguito la visita della base con il bus tour, con il quale è possibile visitare alcune aree restrittive del Kennedy Space Center; è infatti possibile vedere i vari complessi con rampe di lancio, tra cui il Launch Complex 39, ll Vehicle Assembly Building e l’Apollo/Saturn V Center.
Launch Complex 39 & Vehicle Assembly Building (VAB)
Il Launch Complex 39 è un sito di lancio di razzi spaziali, originariamente costruiti per il programma Apollo e successivamente modificati nel corso degli anni, per il programma Space Shuttle.

Il Complesso di Lancio 39 è composto da tre “pad”, denominati: 39A, 39B, 39C, un Vehicle Assembly Building (VAB), una Crawlerway (strada che collega il VAB alla rampa) usato dai trasportatori cingolati Crawler, per trasportare le piattaforme di lancio mobili dal VAB al pad designato. Al complex 39 troviamo infine un Launch Control Center che contiene le sale di lancio, il centro di controllo, famoso per l’iconico conto alla rovescia e vari edifici di supporto logistico ed operativo.

SpaceX affitta il Complesso di Lancio 39A dalla NASA e ha modificato la piattaforma per supportare i lanci Falcon 9 e Falcon Heavy. La NASA ha iniziato a modificare il Complesso di Lancio 39B nel 2007 per ospitare l’ormai defunto Project Constellation e lo sta attualmente preparando per lo Space Launch System, il cui primo lancio è previsto per giugno 2020. La piattaforma 39C, che sarebbe stata una copia delle piattaforme 39A e 39B, era originariamente prevista per i lanci Apollo, ma non è mai stata costruita, è infatti stata realizzata una piazzola più piccola, denominata 39C, solo da gennaio a giugno 2015.

ll Vehicle Assembly Building, è progettato per ospitare la costruzione di grandi veicoli spaziali, con un volume di 3.664.883 di metri cubi, è uno degli edifici più voluminosi del mondo, infatti il VAB è l’edificio ad un piano solo, più grande del mondo, ed è ancora oggi l’edificio più alto degli Stati Uniti, costruito fuori da un’area urbana. Il VAB, completato nel 1966, venne originariamente progettato e costruito per l’assemblaggio del razzo Saturn V per le missioni Apollo, successivamente con il programma Space Shuttle, venne utilizzato per agganciare gli orbiter ai booster e ai serbatoi esterni. Una volta assemblato, lo Space Shuttle veniva spostato sulla piattaforma mobile e tramite il Crawler-transporter, verso il Pad A o B.

Apollo/Saturn V Center
L’Apollo/Saturn V Center è un grande museo costruito intorno al suo pezzo forte, un veicolo di lancio Saturn V, completamente restaurato e messo a nuovo. Devo ammettere di essere rimasto a bocca aperta davanti al Saturn V, esposto nella grande sala in orizzontale, pensate che il razzo, completo nei suoi 3 stadi, raggiunge i 110,6 metri di lunghezza e misura 10 metri di diametro. Sono inoltre esposti il modulo di comando Apollo 14, che ha orbitato intorno alla Luna 34 volte nel 1971, un modulo di comando e servizio Apollo (CSM-119) e un modulo lunare non utilizzato (LM-9).
Nel museo c’è anche un frammento di roccia lunare che i visitatori possono toccare. Altri oggetti esposti includono una replica del Lunar Roving Vehicle, una varietà di tute spaziali tra cui la tuta extraveicolare Apollo 14 di Alan Shepard ed un pezzo del modulo lunare dell’Apollo 13.
Due teatri permettono inoltre ai visitatori di rivivere parti del programma Apollo, uno simula la sequenza di lancio all’interno di una sala di controllo durante il lancio di Apollo 8, mentre l’altro simula l’atterraggio dell’Apollo 11. Nel gennaio 2017 è stato introdotto “Ad Astra Per Aspera”, nel centro Apollo/Saturn V per commemorare gli astronauti dell’Apollo 1, Gus Grissom, Ed White e Roger Chaffee, le cui vite sono andate perse in un incendio, durante un test pre-lancio; l’omaggio mette in mostra i cimeli personali dei tre astronauti, con foto e video della loro vita professionale e personale, ed anche il boccaporto carbonizzato che non lasciò scampo agli astronauti.

Terminato il bus tour, siamo tornati verso l’ingresso principale ed il Rocket Garden, dove si trova “Heroes & Legends” un padiglione che si concentra sui primi astronauti americani. I principali artefatti includono la capsula Gemini 9A, l’emblema originale della NASA del Mercury Control Center (1959), il centro di controllo del Progetto Mercury , il Mercury Redstone Rocket MR-6 e la capsula Sigma 7 di Wally Schirra. Ci sono anche manufatti di alcuni astronauti, come la tuta di volo suborbitale di Gus Grissom del 21 luglio 1961.
Heroes & Legends ospita anche la U.S. Astronaut Hall of Fame, che mostra gli uomini e le donne indotti. Al centro della sala c’è un chiosco interattivo con un database degli indotti ed un indice delle missioni.
Il Complesso Visitatori comprende due strutture gestite dalla Astronauts Memorial Foundation. La più visibile di queste è lo Space Mirror Memorial, noto anche come Astronaut Memorial, un enorme specchio di granito nero con incisi i nomi di tutti gli astronauti che hanno dato la propria vita al servizio del paese.
Durante la visita al KSC è anche possibile incontrare gli astronauti della NASA, sono infatti spesso organizzati vari eventi, tra cui pranzi o visite guidate, basta controllare il sito web per restare aggiornati sulle iniziative. Sicuramente il momento migliore per visitare il centro spaziale, è durante un lancio, le missioni sono segnalate sul sito web della NASA.
Ringrazio la NASA ed il media office per la disponibilità e l’occasione concessa.
Articolo e foto di Bani Luca – QRA Aviation
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